sabato 10 aprile 2021

Mega Phoenix

  

presents:

Videogiochi Amiga che non hanno avuto successo di vendite ma apprezzati dalla critica e selezionati da Gabriele Ferri.

Mega Phoenix - Dinamic Software - 1991

Schermata iniziale del gioco

In principio c'era Space Invaders. Era il 1978 e un'idea semplice e geniale creò un nuovo genere di videogiochi arcade. Sarebbe impossibile citare tutti i cloni, i derivati, gli ispirati a questo filone. Taito fu sicuramente tra i protagonisti nelle sale giochi e tra i vari successi dopo Space Invaders ci fu nel 1980 Phoenix. Dopo ben 11 anni la Creepsoft, distribuita da Dinamic Software, decise di realizzare una versione aggiornata e personalizzata di Phoenix. Nacque così Mega Phoenix, convertita per la maggior parte dei PC dell'epoca. L'idea piacque molto a Gaelco che ne realizzò successivamente anche una versione coin-op.

Il gioco è uno sparatutto a schermo singolo in cui il giocatore si sposta da sinistra a destra con il suo velivolo mentre spara a più ondate. È disponibile una funzione scudo, che dura per un breve periodo di tempo (dopodiché deve ricaricarsi per essere riutilizzato) e paralizza il velivolo mentre è attivo.

Le prime ondate consistono in diversi piccoli esseri alieni in uno schema prestabilito, che scendono dalla flotta verso il giocatore a intervalli casuali. L'imprevedibilità del movimento degli alieni e l'improvviso puntamento in picchiata sul velivolo del giocatore rendono la sua speranza di sopravvivenza molto bassa. Il contatto con gli alieni uccide il giocatore. Le mortali fenici, che invece sparano contro il giocatore, vengono dopo. Queste sono subito seguite dalla Mega Fenice e poi da un boss finale, prima che tutto si ripeta con maggiore difficoltà (come se quella iniziale fosse una passeggiata).

La grafica in questo genere di giochi non è l'elemento fondamentale ma in questo caso risulta molto colorata e molto accattivante. Il reparto sonoro presenta ottimi effetti e parti digitalizzate e una musica techno tipica di fine anni 80 - primi anni 90 (ricorda molto quella di Project-X).

Commento di Gabriele Ferri

Dinamic Software fu un azienda spagnola fondata nel 1984.
Fondata dai fratelli Nacho, Pablo e Víctor Ruiz, diventando nei loro 8 anni di produttività, la principale software house iberica. Le maggiori collaborazioni furono inizialmente con Codemaster, Gremlin e Ocean(assorbita poi da Infogrames), produssero in seguito titoli sotto la propria etichetta.
L'intro di questo gioco è pittoresca a mio avviso, si parte dal logo della Dinamic Software che man mano si compone, passando all'urlo della fenice, per arrivare alla schermata iniziale che è caratterizzata da una soundtrack "elettrizzante" e molto in voga col periodo(chi di noi non ha provato almeno una volta a produrre una propria creazione con ProTracker o simili?).
È d'obbligo paragonare questo titolo con l'originale Phoenix del 1980, prodotto dalla Amstar per Centuri, al fine di capirne lo sviluppo.
Chiariamolo fin da subito, il capostipite non ha eguali, la musica introduttiva, i suoni "striduli", l'hardware a disposizione per l'epoca(e come è stato sfruttato) e il periodo fanno parte di un'epoca a noi molto cara, che soprattutto i più "navigati" fanno fatica a non ricordare continuamente. Oggi possiamo consolarci col Mame ma ovviamente ringraziando la mente superiore di Nicola Salmoria che ci permette di gustarci i titoli arcade di quegli anni, rivivere l'atmosfera della sala giochi(suoni e incontro di persone) è impossibile.
Ecco la prima novità, in questa versione Amiga (disponibili anche conversioni eccellenti per altri home computer come C64, ZX Spectrum, CPC e MSX) è possibile giocare in due in cooperativa(originalmente solo maniera alternata). Lo scudo che nell' arcade è attivabile con il secondo tasto, è stato sapientemente riprodotto con il movimento della leva del joystick verso il basso.
Originariamente Phoenix aveva 5 livelli, uno stormo di uccelli che troviamo in 2 quadri , altrettanti formazioni di volatili più grandi che provengono da uova che si schiudono ed infine il livello finale, dove dovremo distruggere l'astronave madre.
In Mega Phoenix come suggerisce il nome, è stato aggiunto un livello dove troveremo una grande Fenice, che ci lancerà le uova incontrate nelle precedenti 2 ondate e che si colloca prima dell' incontro col boss finale. Questa gigante fenice ha un solo punto debole e non è un luogo simpatico, dobbiamo infatti mirare al suo ano per vederla impazzire e farci rilasciare un upgrade, una volta sconfitta.
Il primo miglioramento consiste nell' avere un'astronave con un cannone con una maggiore superficie di fuoco. Successivamente avremo due estremità aggiuntive, avendo così a disposizione un triplice rateo di sparo (con medesima dimensione). Un'ulteriore ondata ci permetterà di avere cannoni laterali con colpi più piccoli e mega cannone centrale, continuando si ha un fuoco inverso, ossia sparo centrale minuto e laterali giganti).
Il gioco non prevede ulteriori benefit bellici arrivati a questo punto, bensì ci ricompenserà con una vita extra.
La grafica è ben realizzata con una palette accesa e accattivante, il sonoro è semplice e come detto ad inizio recensione non può competere con l'originale. Un restyling ovviamente alle portata di Amiga ma che sfrutta minimamente le potenzialità della macchina.
Concludendo dobbiamo "tirare le somme" e provare a capire che tipo di prodotto hanno voluto creare i fratelli Ruiz. Dobbiamo calcolare che nel 1991 non era possibile giocare in emulazione ai giochi da sala, quindi trovo questa versione un buon omaggio. Tuttavia questo portò la Dinamic Software ad osare e ad effettuare una pessima scelta commerciale. Tentò infatti di entrare nel "mondo" arcade con le transposizoni di questo titolo, After the War e Hammer Boy, videogiochi con poche unità distribuite e soprattuto non coinvolgenti che portarono al fallimento della ditta.
Mega Phoenix può piacere o non piacere, a voi l'ardua sentenza...
 
Schermate tratte dal gioco durante le fasi di test:








Foto del cabinato originale del primo Phoenix:




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